Musei dell'Ossola
L'attuale edificio, monumento nazionale, è frutto di un interessante sovrapporsi di ampliamenti di epoche diverse. La prima testimonianza della chiesa è in un documento dei primi anni dell'XI sec. ove è citata una "cappellam" donata ai canonici di s. Maria di Novara da Gualberto, vescovo di Novara dal 1032 al 1039.
La cappella, dedicata a S. Gaudenzio, primo vescovo di Novara (337-417), si presentava a pianta rettangolare e occupava l'area dell'attuale presbiterio.
E' una costruzione massiccia, in pietra di granito, situata a fianco del Municipio, nel cuore del Centro Storico. Esisteva già nel 1300 quando furono redatti gli Statuti della Valle. Fa corpo con essa, la costruzione che ospita la Trattoria Derna, già osteria per i cavallanti addetti al trasporto delle merci oltre il Sempione nel XIV sec. Infatti, la ex panetteria "La Varzesina" era una "sosta" per le merci e il luogo in cui si radunava il Consiglio della Valle agli inizi del millennio, al suo interno, si possono vedere i soffitti a volte incrociate, come all'interno della trattoria.
Tre livelli espositivi sorti dentro un’antica chiesa francescana ancora affrescata: il piano terra dedicato alle mostre temporanee, il primo piano con il museo di scienze naturali e il secondo piano con la pinacoteca, la sezione archeologica e di arte sacra.
La raccolta ospita pregevoli opere d’arte sacra (sculture e dipinti) un tempo sparse nelle chiese del paese e databili tra il XIV ed il XVIII secolo. La più antica delle opere di statuaria è la scultura lignea di S. Antonio Abate (XIV sec.) un tempo conservata nella cappelletta alpestre di Casalecchio; vi sono inoltre una Madonna del Rosario del XV sec., una statua di S.
Il museo illustra l’evoluzione storico-artistica dell’architettura sacra ossolana ed approfondisce la splendida chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Crevoladossola.
Casa Museo rinascimentale, con collezione di oggetti d’arte, armi, arredi, suppellettili. Dell’esistenza del palazzo, antica dimora di città della nobile famiglia Silva di Crevoladossola, si hanno tracce già a partire dal 1348. Diversi interventi modificarono negli anni l’aspetto dell’edificio fino alla fine del 1700 quando, con l’estinzione dei Silva, il palazzo venne diviso e ulteriormente trasformato.
Oggi la “Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini” è un un segno di distinzione per la “Valle dei Pittori”, mentre un tempo costituiva un mezzo pratico di sussistenza. Consentiva infatti ai giovani valligiani di apprendere il disegno e la pittura in misura sufficiente a guadagnarsi la vita oltre i confini. Nei secoli scorsi erano più di una in Valle le scuole di pittura a pagamento e numerosi i giovani vigezzini che, dopo averle frequentate, emigravano come ritrattisti: si recavano in prevalenza in Francia, decisi a far fortuna per assicurarsi una serena vecchiaia in patria.