Museo dello Spallone

Tipologia: 
Etnografia
città: 
Masera
Indirizzo: 
Via Carale
Contatti: 
Corbelli Enrico 0324.35414 Truffa Mario 3388361369 Vicario Giancarlo 3487267667
Apertura: 
Su prenotazione ai contatti indicati

Un museo per ricordare un difficile periodo della vita sulle nostre montagne, quando gli “spalloni” o “sfrusit” varcavano il confine col carico di “bricolle” nella neve e nella notte.
L’iniziativa nasce dalla proposta di Franco Sgrena ed altri ex spalloni di Masera, Francesco Cortella e Lele Filippini, sostenuta dagli scrittori Benito Mazzi e Paolo Bologna, di ricordare la difficile vita degli “sfrusit”, le loro storie e le loro fatiche sugli antichi sentieri, realizzando un museo dedicato.
Il contrabbando è un fenomeno che ha interessato tutte le zone di confine delle Alpi ed in particolare l’Ossola proprio per la sua vicinanza alla Svizzera, qui viene raccontato il contrabbando di fatica, definito “romantico” da alcuni scrittori, perché praticato da povera gente di montagna abituata alla vita grama e pesante sugli alpeggi con ogni tempo.
Negli anni di grande miseria il lavoro rischioso degli spalloni ha dato da mangiare a migliaia di persone e durante l’ultima guerra tanti spalloni hanno aiutato persone in grave pericolo a passare il confine.  
Quella degli spalloni era una realtà dalle infinite sfaccettature, ove “sfrusit”, popolazione e guardie di finanza erano, a seconda delle circostanze, amici, nemici o complici.
Tra il 1964 ed il 1973 il fenomeno del contrabbando di fatica si avviò ad un lento, progressivo ed inesorabile declino.
L’Amministrazione Comunale di Masera, con il Sindaco Michele Bruno, ha messo a disposizione alcuni locali nella antica Casa del Governo delle Quattro Terre posta nel centro storico. Per la realizzazione e la conduzione è stata costituita l’Associazione degli Amici del Museo dello Spallone, di cui sono stati fondatori alcuni ex spalloni, scrittori e studiosi di storia locale: specificamente gli ex spalloni Ezio Betlamini (Trist), Enrico Corbelli (Ciprign), Eugenio Cortella (Geni), Luigi Fovanna, Enrico Modoni, Franco Sgrena (Ranca), l’amministratore vigezzino Albino Barazzetti, il prof. Enrico Margaroli, il giornalista e scrittore vigezzino Benito Mazzi, il giornalista e scrittore domese Paolo Bologna e l’avvocato Patrizia Testore, la quale inoltre ne ha curato lo statuto.
Il 21 ottobre 2012 il Museo è stato inaugurato con grande partecipazione di pubblico e di autorità e da quel momento è stato un susseguirsi di visite e di eventi organizzati dalla Associazione degli Amici del Museo e resi possibili grazie alla collaborazione di scrittori, studiosi, musicisti, artisti.
L’allestimento dello spazio museale è stato curato dall’arch. Paolo Volorio, il quale ha progettato gli spazi ricostruendo una vecchia osteria, luogo dove gli “sfrusit” si ritrovavano per riposarsi dalle immani fatiche e raccontarsi le avventure vissute. L’allestimento espone immagini fotografiche, fornite in gran parte dagli ex spalloni, oggetti che facevano parte della loro “dotazione” (bricolle, racchette, ramponi, borracce, vecchi scarponi, sci di legno etc.), una serie di pannelli didattici che ne sintetizzano la storia, una sequenza di cartine geografiche per illustrare i complicati percorsi, e alcune foto di ex voto per grazia ricevuta.
 

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