Museo della Milizia di Calasca
Milizia Tradizionale di Calasca
fondata nel 1641
Milizia Tradizionale di Calasca
fondata nel 1641
Torre tardo medioevale residenziale e\o di segnalazione secondo una tipologia architettonica diffusa nelle vallate ossolane. Recentemente restaurata, con il rifacimento dell'ultimo piano e del tetto, oggi è sede di mostre ed eventi temporanei. Tradizionalmente la torre è attribuita alla famiglia dei Cani, che ebbe il controllo delle miniere d'oro della valle.
Il Museo della Montagna e del Contrabbando è ospitato in un tipico edificio dell’architettura Walser situato in località Prati della frazione Staffa. All’esterno un busto dell’artista G. Radice a memoria del grande pittore anzaschino Carlo Bossone. L’esposizione è articolata in tre tematiche unite dal filo conduttore della montagna.
Il museo Antica Casa Walser di Borca (Alts Walserhüüs Van Zer Burfuggu) è stato realizzato negli anni '80 da un gruppo di volontari che hanno provveduto al restauro rigorosamente conservativo di un pregevole edificio risalente al '600.
Gli antichi fabbricati, restaurati dal Comune, conservano al proprio interno
gli strumenti per la lavorazione del latte e dei formaggi, una macina
per la molitura delle granaglie ed un torchio.
Il museo è ospitato nel seicentesco oratorio della confraternita di Santa Marta. Attraverso13 stazioni (una sorta di via Crucis della conoscenza) il visitatore è accompagnato alla scoperta del patrimonio delle tradizioni, saperi, costumi proprii della cultura montana delle valli ossolane. Completano la vista una serie di video di impatto emozianale.
Al museo è affiancato un centro di documentazione regionale del patrimonio immateriale in fase di sviluppo.
Dal 2013 il museo “Lithoteca” con un’interessante collezione mineralogica e di materiali relativi alla ricerca dell’oro sia minerario che fluviale è ospitato nella Torre Ferrerio che posta all’imbocco della strada verso la valle Anzasca, con i suoi 30 metri d’altezza, domina i tetti del centro storico di Piedimulera. Di belle forme cinquecentesche, ricca di un raro ciclo di affreschi “profani”, faceva parte della residenza della famiglia dei Ferrari, per secoli proprietari e controllori dell’attività estrattiva di minerali della valle Anzasca.