Il Progetto E.CH.I.
Etnografie italo-svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale
P.O. di Cooperazione Transfrontaliera Italia Svizzera 2007-2013
Riferisce Ovidio che Eco fosse una ninfa particolarmente abile nell’arte del raccontare. Talmente abile che Zeus la ingaggiava per distrarre la moglie Era, durante le sue frequenti avventure extraconiugali. Era, scoperto l’inganno, privò la ninfa della sua abilità condannandola a ripetere soltanto le ultime parole delle frasi che udiva.
Eco, dunque, è per antonomasia il frammento di un racconto. Ed Echi sono perciò "voci" che riverberano, rimbalzano e si rincorrono riportando brani di un racconto che subiscono, negli spazi alpini, variazioni di effetti, forme, contenuti e interpretazioni. Echi di frammenti immateriali, di cui il progetto si occupa negli scenari delle aree transfrontaliere italo-svizzere.
Regione Lombardia è l’ente capofila del progetto al quale aderiscono Regione Piemonte, Regione autonoma Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano, Cantone Vallese, Cantone Ticino e Cantone Grigioni.
La salvaguardia del patrimonio culturale immateriale è uno dei punti rilevanti delle politiche culturali contemporanee ed è considerata attività fondamentale per difendere la creatività e il senso di appartenenza e identità delle comunità, in modo particolare nelle aree transfrontaliere storicamente soggette a reiterati processi di scambio.
Con la legge 27 settembre 2007, n. 167 l’Italia ratifica la Convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, adottata a Parigi il 17 ottobre 2003. La Convenzione vincola i Paesi contraenti ad adottare le misure necessarie per la salvaguardia del proprio patrimonio culturale immateriale e a promuovere la cooperazione a livello regionale e internazionale.
Regione Lombardia, ispirandosi alla Convenzione, ha promulgato il 23 ottobre 2008 la legge regionale n. 27 "Valorizzazione del patrimonio culturale immateriale".
Il progetto E.CH.I., in linea con le normative internazionali e nazionali, consente di fondare una strategia condivisa che dia supporto alle comunità per rispondere alla pressione omologante che la globalizzazione va esercitando sulle specificità, sulle pluralità culturali e linguistiche e sul permanere di alcune attività tradizionali, in particolare nelle aree di confine.
È anche una sfida al multiculturalismo: il rispetto del patrimonio intangibile può infatti creare migliore armonia sociale, aiutando a chiarire e a elaborare il significato delle differenze culturali.
I beni immateriali sono "beni viventi" che si manifestano attraverso le tradizioni orali, le lingue, le arti performative, le pratiche sociali, gli eventi festivi e rituali, i saperi tecnici che, trasmessi attraverso le generazioni, contribuiscono alla costruzione della identità dei popoli.
Il rinnovato interesse nei confronti degli spazi transfrontalieri – anche grazie agli sforzi fatti con la passata programmazione europea – apre la strada a interventi che alimentano il substrato tradizionale, rinnovandolo. La riscoperta della specificità di questi luoghi, unita all’utilizzo delle tecnologie, fa intravedere scenari futuri in cui gli spazi transfrontalieri torneranno al centro dell’interesse europeo: presidi di cultura e rinnovate risorse collettive.