Civico Museo di Palazzo San Francesco

Tipologia: 
Storia dell'Arte e Architettura
Valle: 
città: 
DOMODOSSOLA
Indirizzo: 
Piazza P.A. Ruminelli, 1
Contatti: 
Tel. 0324-492316 Cell. 338 5029591 www.museicivicidomodossola.it
Apertura: 
Aperto tutto l’anno. Orari estivi (21.07.2023 – 08.10.2023) da giovedì a domenica: 10 – 13 e 15 – 19 / Orari invernali (12.10.2023 – 07.01.2024) da giovedì a domenica : 10 – 13 e 15 – 18

Tre livelli espositivi sorti dentro un’antica chiesa francescana ancora affrescata: il piano terra dedicato alle mostre temporanee, il primo piano con il museo di scienze naturali e il secondo piano con la pinacoteca, la sezione archeologica e di arte sacra.
Entrando a Palazzo San Francesco  ci si immerge nel cuore del Medioevo con una vasta navata centrale e due laterali, separate da colonne con capitelli scolpiti, tra cui l’affascinante rilievo del Fiore dell’Apocalisse, e campate arricchite da affreschi che dalla seconda metà del Duecento conducono all’età di Carlo Borromeo. Proprio il piano terreno ospita attualmente la mostra  “IL GRAN TEATRO DELLA LUCE. Tra Tiziano e Renoir” (visitabile dal 21.07.2023 al 07.01.2024).
La luce è la protagonista di questa esposizione che attraversa i secoli e le nazioni. Gli effetti della luce sono indagati in una selezione di più di quaranta opere distribuite tra le navate di Palazzo San Francesco in un allestimento pensato per creare effetti di luce, sia per i dipinti sia per il visitatore, invitato a percorrere un’esposizione sensoriale grazie alla illuminazione controllata e alle quinte sceniche. Nella prima sezione sono collocati i dipinti “a lume di candela”: la protagonista è la fonte luminosa, sprigionata da candele o tizzoni. Sono presenti opere di artisti fiamminghi come Gherardo delle Notti, Adam de Coster e Trophime Bigot posti in dialogo con il Contadino che accende una candela con un tizzone ardente, di Angelo Inganni, e con la silente Natura morta di Giorgio de Chirico che offre una prova dell’impiego della luce nel ‘900. Tra le opere sacre sono esposti il Cristo morto sorretto dagli angeli di Paolo Piazza (collez. del Banco BPM ), la Deposizione di Cristo nel sepolcro di Tiziano ( Pinacoteca Ambrosiana di Milano ) e il caravaggesco Cristo alla colonna di Mattia Preti di collezione privata. Il percorso contempla la luce della natura e del paesaggio, lacustre e montano, anche quello dell’Ossola, con dipinti inediti di Ashton e Pennasilico. Esemplari della visione del paesaggio italiano e di ‘ altri ’ mondi, sono le opere di artisti come I. Caffi, D. Induno, A. Morbelli. La sezione contempla due capolavori: l’affascinante Panni al sole, uno dei più importanti dipinti divisionisti di Giuseppe Pellizza da Volpedo, e Les laveuses au Béal, Cagnes di Pierre Auguste Renoir.
È possibile riscoprire la valenza degli effetti luministici in un gruppo di opere tra Otto e Novecento: la luce controllata, come quella che emana La morte di Cleopatra di Achille Glisenti; la luce emozionale, visibile nelle tele di G. Previati, G. Sottocornola e G. Mascarini; ma anche una luce narrante la presenza della Provvidenza raffigurata nel Soccorso ad un rovescio di fortuna di G. Molteni.
La mostra prende in esame le conquiste tecnologiche che hanno prodotto la luce elettrica così da celebrare la storia della Val d’Ossola. Questo territorio è stato la culla della nascente industria per la produzione dell’energia idroelettrica. Sono presenti in mostra il Plastico con gli impianti idroelettrici della valle del Toce (1930 ca.), rarissime fotografie retroilluminate e un piccolo macchinario.
 
 

foto: 

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