Informazioni iniziativa

Restauro Ca' Vegia

La Cà Vegia di Colloro è un perfetto esempio di casa contadina conservata quasi intatta nei secoli. La datazione non è ancora nota ma molti elementi la inquadrano alla fine del cinquecento. All’inizio degli anni settanta era già diventata sede di museo con esposizione di attrezzi e utensili quotidiani ma intorno all’anno 2000 venne chiusa e furono dispersi i manufatti esposti. Nel 2011 la Cà Vegia è stata donata, dall’ultimo suo ultimo proprietario, all’associazione culturale Amici Asilo di Colloro con l’impegno di trasformarla nuovamente in museo. La grande stanza al piano terra è quella più interessante. Il suo utilizzo è rimasto invariato nel tempo. Le pareti sono in pietra a vista coperte da uno strato di fuliggine molto spesso. Il pavimento è in lastre di pietra dove si trova il perimetro, sempre di pietra, del focolare. Soprastante ad esso e fissato al soffitto il “gra”, ripiano di asticelle di legno dove venivano essiccate le castagne col fumo prodotto dal sottostante focolare. Sulla parete a meridione si trova il forno del pane ( G ) costruito in mattoni refrattari che si prolunga all’esterno dell’edificio con la sua forma semi circolare affiancato dallo stanzino dove si teneva il maiale. Il soffitto della stanza si trova a più di tre metri e mezzo di altezza ed è composto da lunghe travi di legno dove poggiano assiti anch’essi anneriti dal fumo prodotto sia dal forno che dal focolare e che fuoriusciva da delle aperture sul muro a meridione. Su un lato della stanza una bella scala in pietra conduce all’uscita settentrionale dell’edificio. La porta principale è sovrastata da un architrave in pietra. La grande stanza al primo piano ha il pavimento in pietra ricoperto da uno strato di calce ed è visibilmente arcuato. I muri perimetrali sono tutti intonacati a calce e il soffitto è composto da lunghe travi e assiti in legno con un’apertura che conduce nel sottotetto di beole. Probabilmente, prima del 1800 si può ipotizzare l’uso di questa stanza come camera da letto, forse con divisori in legno. Di certo dalla metà dell’ottocento è stata utilizzata come deposito di granaglie (segale, orzo, castagne). Il suo ultimo utilizzo, prima dell’abbandono, è stato quello di magazzino di utensili e oggetti d’alpeggio che venivano riposti nei mesi invernali. Una porta conduce sul balcone di legno al momento non agibile. Le due stanze attigue alle due stanze principali sono state ristrutturate nei primi anni del 900 da due fratelli che si erano sposati ed erano adibite a cucina. Utilizzavano questi due locali solo come cucina ma si recavano a dormire nella casa di fronte attraverso un passaggio sopraelevato ancora esistente che unisce i due edifici. I pavimenti sono in cemento, i muri intonacati e verniciati ma la curiosità maggiore è data dal soffitto a volta della stanza al primo piano. La stanza al piano rialzato ha un accesso indipendente tramite una scala in pietra e un balcone in cemento sul lato meridionale mentre la stanza ha l’accesso dal lato settentrionale e una porta che conduce sul balcone inagibile in legno del lato meridionale. Entrambe le stanze hanno un camino. La piccola stanza era sicuramente una camera da letto. Pavimento in pietra e gesso e muri intonacati e verniciati. La stanza sotto era un deposito di alimenti. Questa porzione della Cà Vegia e stata sicuramente costruita e aggiunta successivamente al complesso principale molto più antico.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Iscriviti tramite Facebook
... oppure inserisci la tua email
Acconsento al trattamento dei miei dati personali (decreto legislativo 196 del 30/Giugno/2003)
Ai sensi del d.lgs. 196/2003, La informiamo che:
a) titolare del trattamento è Associazione Musei Ossola, 28845 Domodossola (VB), Via Canuto,12
b) responsabile del trattamento è Associazione Musei Ossola, 28845 Domodossola (VB), Via Canuto,12
c) i Suoi dati saranno trattati (anche elettronicamente) soltanto dagli incaricati autorizzati, esclusivamente per dare corso all'invio della newsletter e per l'invio (anche via email) di informazioni relative alle iniziative del Titolare;
d) la comunicazione dei dati è facoltativa, ma in mancanza non potremo evadere la Sua richiesta;
e) ricorrendone gli estremi, può rivolgersi all'indicato responsabile per conoscere i Suoi dati, verificare le modalità del trattamento, ottenere che i dati siano integrati, modificati, cancellati, ovvero per opporsi al trattamento degli stessi e all'invio di materiale. Preso atto di quanto precede, acconsento al trattamento dei miei dati.